Lo stomaco si annoda. Il cuore inizia a correre all’impazzata mentre la mente vaga attraverso i peggiori scenari possibili: è questa la paura.
Spesso, l’istinto ci impone di evitare questa sensazione e ciò che la genera.
Per quanto possa essere irrazionale e sembrarci stupida – soprattutto quando osservata negli altri - la paura è qualcosa con cui dobbiamo costantemente confrontarci nel corso della vita.
Ma se vogliamo fare strada, è necessario imparare a conviverci. Questo vale specialmente se siamo artisti, imprenditori o persone ambiziose, che spesso scelgono di percorrere sentieri e perseguire obiettivi colmi di incertezza.
Perché quel che dovrebbe spaventarci di più riguardo la paura non sono le sensazioni che suscita, ma il modo in cui ci inganna, spingendoci a negare a noi stessi le cose che in realtà desideriamo di più.
Capire la paura
Secondo alcuni neuro-scienziati, il termine “paura” si riferisce allo stato psicologico di un particolare circuito neurale situato nell’amigdala, che determina il nostro modo di reagire alle minacce.
Il modo in cui la paura si manifesta, però, è la risposta emozionale negativa di fronte ad un pericolo percepito. Essa ci colpisce sia sul piano fisico (con l’accelerazione di battito cardiaco e respiro) che mentale (portandoci ad immaginare un potenziale risultato indesiderato). Sul piano fisiologico, possiamo avvertire la paura di parlare in pubblico in molto simile a quella di essere travolti da un’auto se camminiamo in mezzo al traffico.
La paura nasce come protezione contro i pericoli, per preservare il nostro benessere.
Ma quando non serve a proteggerci, può diventare un ostacolo. Recentemente, abbiamo domandato ai nostri lettori quale elemento fosse stato sul punto di ostacolare la realizzazione della loro prima vendita. Ebbene, la paura è risultata seconda solo all’inesperienza nel marketing.
L’idea di iniziare mi spaventava; non ero sicuro che il mio sito fosse convincente.
Le 5 tipologie di paura
“Paura” è il termine che usiamo per indicare una sensazione che può variare molto in intensità e durata; essa può essere innescata da una serie di cause, più o meno fondate. Per comprendere meglio il fenomeno, può essere utile la classificazione in 5 categorie operata dal Dr. Karl Albrecht nella sua opera “Intelligenza Pratica”.
- Estinzione: paura di non esistere più (ossia della morte); è alla base della paura dell’altitudine e di quella di viaggiare in aereo.
- Mutilazione: paura di perdere parti del corpo o essere invasi o danneggiati dal punto di vista fisico (ad esempio da ragni o oggetti appuntiti).
- Perdita di Autonomia: paura di restare indifesi per fattori fisici o sociali estranei al nostro controllo. Da ciò deriva la paura degli spazi chiusi o perfino degli impegni che possono dare un senso di costrizione.
- Separazione: paura di essere rifiutati e considerati dagli altri indesiderati o privi di valore. È particolarmente dolorosa, specialmente se si considera che l’essere umano è una creatura sociale e ha bisogno del contatto con altri esseri umani. È rappresentata dalla voce nella testa che a volte chiede “Cosa penserà la gente?”
- Morte dell’Io: è la paura di perdere la percezione della nostra personalità, di vedere distrutta la nostra sicurezza; è il timore che le nostre qualità e competenze vengano messe in dubbio. Questa sensazione si manifesta anche con paura del fallimento e vergogna.
Ogni tipo di paura può essere collegata ai nostri bisogni di esseri umani; ma le ultime 3 categorie sono forse quelle prevalenti tra gli aspiranti imprenditori.
Avete paura di impegnarvi in una nuova impresa per la perdita di libertà che potrebbe derivarne? O avete paura che il successo possa allontanarvi dalle vostre abitudini, da amici e familiari? Temete la vergogna che sperimentereste in caso di fallimento?
Sono domande a cui solo voi potete dare una risposta; la paura è qualcosa di molto soggettivo, dopotutto. La nostra tendenza all’ansia e alla preoccupazione può essere genetica. Ma ciò che innesca tali sensazioni proviene dall’ambiente che ci circonda e dalle nostre esperienze; si pensi alle fobie o alle paure croniche che originano da particolari fattori.
Comunque, la paura è una componente intrinseca dell’imprenditorialità.
Per l’imprenditore la paura del fallimento può diventare un’alleata
Probabilmente avete presente il meccanismo istintivo del “lotta o fuggi”, al quale ci affidiamo in presenza di una qualunque fonte di stress. Ci sembra di avere solo due possibilità: affrontare la situazione o evitarla. Ma esiste una terza opzione che a volte ci capita di scegliere: l’inerzia totale.
L’istinto di sopravvivenza porta alcune specie animali, come gli opossum, a “fingersi morti” quando si trovano a dover affrontare un pericolo. Negli esseri umani, questo istinto può condurre all’inattività o all’indecisione, spesso erroneamente etichettate come comunissima procrastinazione.
Per gli imprenditori, il timore di fallire nasce dal valutare come minacce situazioni che potrebbero portare alla sconfitta. E questo costringe a ricordare cosa si provi subendo una sconfitta e quali siano state le conseguenze dei fallimenti passati.
I possibili esiti sono tre:
- Fuga: si evita di affrontare la situazione.
- Blocco: si resta paralizzati, incapaci di assumere qualsiasi impegno (ad esempio, non riuscendo a dare il via ad un’impresa, anche se è tutto pronto).
- Lotta: si adotta un approccio aggressivo, lottando per controllare le conseguenze della minaccia.
Cosa contraddistingue un imprenditore? Scegliere di lottare per tentare di tenere il timone del proprio destino, anche in presenza della possibilità di fallire.
A dire il vero, durante le mie conversazioni con imprenditori, ho notato che questo tema è ricorrente. Spesso sperimentano un senso di “urgenza” che nasce dalla paura:
- di essere gli ultimi a piazzarsi sul mercato
- di arrendersi e quindi di aver sprecato i propri sforzi inutilmente
- di non essere in grado di saldare i conti a fine mese
- di non realizzarsi al massimo del proprio potenziale.
Per questi imprenditori, la paura diventa un’antagonista e non una nemica. Li tiene svegli la notte, ma li porta anche a svegliarsi ogni mattina.
La paura del “successo” (esiste davvero)
"Più un lavoro o una vocazione ci spaventano, più possiamo star certi che quella è la strada giusta."
La paura del fallimento non è qualcosa di “campato in aria”. Com’è comprensibile, nessuno di noi desidera fallire, né fare figuracce plateali.
Ma non si parla abbastanza di un’altra condizione, ossia, della paura del successo. A giudicare da almeno due studi che comprendono interviste a giovani, la paura del successo sembra in gran parte legata all’aspettativa di un malessere e di un cambiamento drastico, atteso come risultato di un successo senza precedenti.
Semplicemente la prospettiva di questi cambiamenti indesiderati è in grado di creare ansia in persone altrimenti votate al raggiungimento di un obiettivo; e questo causa scarse prestazioni. Gli studi hanno scoperto che quest’ansia è particolarmente acuta in soggetti provenienti da condizioni sociali svantaggiate, che:
- vedrebbero nel successo un fattore destabilizzante, di perdita della propria comunità e cultura
- sarebbero incerti sulla loro sorte, nel caso il successo dovesse allontanarli dal ruolo che la società si aspetta che ricoprano.
Affrontare la paura: respirare, meditare, accantonarla
Non avere paure è impossibile, possiamo solo imparare come conviverci. All’inizio è difficile, ma poi ci si abitua.
“Affronta le tue paure”: facile a dirsi, difficile a farsi. La paura è una risposta psicologica e spesso per vincerla è necessario qualcosa in più della sola forza di volontà.
Uno dei suoi sintomi più evidenti è il respiro accelerato. Studi scientifici hanno rivelato che respirare velocemente (come ci succede quando siamo sotto sforzo) migliora memoria e tempi di risposta, il che è molto utile quando si affronta una minaccia.
Ma quando non ci troviamo in presenza di una concreta minaccia? Possiamo comunque provare ad attuare una respirazione profonda, come aiuto per smaltire la paura e l’ansia. È questa la chiave per una meditazione consapevole che, oltre a controllare la respirazione, aiuta a guardare ad emozioni e pensieri come a semplici esperienze di passaggio.
App come Headspace o Stop, Breathe, Think (gratis) possono avvicinarvi alla meditazione consapevole, per rallentare un po’ ogni giorno, o ogni volta che ne avete più bisogno.
Dall’altro lato della paura
La paura è una componente intrinseca dell’imprenditorialità; anche perché spesso essere imprenditori comporta rischi, incertezze, competizione.
Ma la paura è anche quel sentimento che accende in noi la passione e accresce le nostre ambizioni, con il timore di pentirsi, di vivere una vita a metà e di sprecare del potenziale. Non nego che la paura mi abbia impedito di mettere in atto alcuni progetti; ma al tempo stesso mi spinge a fare quel che desidero maggiormente.
Ho intervistato decine di imprenditori e la cosa interessante è che in molte delle loro storie c’è un comune filo conduttore: prima di diventare imprenditori o di avere successo, ognuno di loro si è trovato faccia a faccia con lo stesso “proverbiale mostro”.
E tutti sono riusciti a fronteggiarlo, grazie alla loro ambizione e alla voglia di raggiungere i propri obiettivi.
Articolo originale di Braveen Kumar, tradotto da Maria Teresa Cantafora.
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