Sandra Nassima è un personaggio affascinante. Nata e cresciuta ad Istanbul, educata in scuole internazionali, Sandra ha iniziato la sua carriera come design manager fra Miami, New York e le isole Turks and Caicos. In quel periodo ha avuto la possibilità di collaborare con molti esponenti importanti del mondo del marketing newyorkchese che conta, inclusa la guru del real estate Louise Sunshine, forse nota ad alcuni come una delle responsabili del successo immobiliare della Trump Organization.
Abbiamo chiesto a Sandra di raccontarci la storia della sua azienda Depuravita, un ecommerce di successo dedicato al benessere con succhi detox per il juicing, zuppe, tè e cosmetica.
Sandra, come ti è venuta l'idea di Depuravita?
Durante un volo notturno da New York a Milano, alla fine del 2013, volevo rimanere sveglia e cercavo di tenermi occupata come potevo. Così ho trovato una rivista di American Airlines, di quelle che solitamente nessuno legge. Sono incappata nell’articolo “Il business del juicing ha raggiunto un giro di affari stimato attorno ai 5 miliardi di dollari”, con una foto di Salma Hayek. E così mi è venuta l’idea ed è partito tutto: il giorno dopo ho incominciato a studiare il business model e come adattarlo alla realtà italiana.
Mentre lavoravo full-time per un’altra azienda, ho studiato il brand e i prodotti. La mia sede lavorativa era a Forlì, e durante i miei spostamenti avanti e indietro da Milano ho pianificato ogni singolo dettaglio di Depuravita.
Tutti mi davano della fuori di testa, la cosa mi faceva sorridere... “Come può una professionista nel campo del design produrre e vendere succhi di frutta per l’amor di Dio!” - non sai quante volte me lo sono sentita dire.
Ho acquistato online il mio primo macchinario per la produzione, una versione domestica di Angel Juicer e ho iniziato a produrre.
La fondatrice Sandra Nassima
Hai fatto tutto da sola, o hai avuto collaborazioni, o persone che ti hanno aiutato e supportato?
Mio marito, che mi ha dato in prestito il capitale iniziale di 50K e mi ha supportato e sostenuto, soprattutto psicologicamente. L’Italia non è così ricettiva e friendly per tutte le startup, soprattutto se sei una straniera come me. Ci sono troppa burocrazia e troppe complicazioni che non hanno alcun senso.
Non avendo capitale iniziale per il mio laboratorio, per più di un anno e mezzo ho usato altri ristoranti che fossero compatibili con il mio macchinario per la produzione di succhi di frutta pressati a freddo, incluso anche un ristorante di kebab turco dove producevamo i succhi nella notte, dalla chiusura al pubblico fino all’apertura l’indomani mattina.
É chiaro che senza i miei collaboratori non ci sarei riuscita. Tra questi una delle persone a cui sono particolarmente grata è Veronica Pacella, una nutrizionista olistica che mi ha aiutata a creare il concetto di juicing olistico ispirato alla medicina tradizionale cinese. Tutti i nostri succhi sono formulati in accordo alla medicina tradizionale cinese e i nostri programmi cleanse seguono l’orologio biologico caratteristico della medicina tradizionale cinese. Non esistono al mondo altri succhi che seguano questa filosofia.
Una forte identità, un design ben fatto e d’impatto, un prodotto funzionale e allo stesso tempo delizioso sono tutti elementi che lavorano tra di loro in sinergia.
Una delle mie più care amiche - Sonia Mion - ha creato una brand identity veramente splendida e dal grande impatto insieme al suo compagno Nico dello Studio Ventizeronove. Abbiamo investito molto tempo non solo per la creazione di una identità coordinata e strutturata, ma anche per ideare un design che potesse essere unico e riconoscibile. Tutti mi hanno dato della matta considerando questa ricerca focalizzata sul design come una perdita di tempo e denaro ma alla fine ho avuto ragione. Una forte identità, un design ben fatto e d’impatto, un prodotto funzionale e allo stesso tempo delizioso sono tutti elementi che lavorano tra di loro in sinergia.
La mia agenzia di PR, Le Van Kim, nella persona di Elisabeth Le Van Kim ci ha permesso di essere pubblicati dappertutto, da Vanity Fair a Vogue, dal Corriere della Sera a Marie Claire senza pagare assolutamente un solo cent di pubblicità.
Alla fine del 2017 sono stata contattata dalla startup francese Sparkling Partners, e ho avuto l’opportunità di interfacciarmi con persone brillanti e sveglie che hanno visto del potenziale in Depuravita e hanno deciso di investire nell’azienda. È stato grazie al loro supporto – non solo dal punto di vista finanziario ma anche strategico – che ho potuto cambiare le regole del gioco.
Che cosa ti spinge a rimanere motivata?
Mi piacciono le sfide, di ogni tipo. Adesso la sfida che mi tiene maggiormente motivata è un ambizioso piano di crescita a breve termine.
Quali sono le app, gli strumenti e le tue risorse preferite, quelle di cui non puoi più fare a meno?
Spotify, Nike Running e ovviamente Glovo, non potrei vivere senza Glovo!
Quante persone lavorano per Depuravita? Come misuri il successo?
Adesso siamo in 10. Il successo lo quantifico in soldi. Il vero problema è che non sono mai soddisfatta e mi pongo obiettivi sempre più ambiziosi. Ad esempio, sono molto fiera della nostra ultima iterazione riguardante le nuove bottiglie biodegradabili, vegane e compostabili. La sostenibilità è sempre stata importante per me e il nuovo design minimal delle nostre bottiglie è una cosa di cui vado fiera.
Le nuove bottiglie Depuravita, biodegradabili, vegane e compostabili.
Perché hai scelto Shopify?
Appena dopo un mese dal lancio del nostro primo sito web, che era un custom CMS, siamo stati hackerati due volte. Ho interrotto immediatamente la mia collaborazione con i primi sviluppatori web, e ho incontrato un esperto di sicurezza digitale, uno sviluppatore turco geniale che mi ha proposto Shopify. La piattaforma non era ancora molto usata in Italia.
Mi sono immediatamente innamorata della grafica, della semplicità e della funzionalità così come anche delle feature. In una sola settimana abbiamo modificato il codice di programmazione e abbiamo lanciato il sito alla fine di giugno del 2014.
Abbiamo poi rinnovato il sito nuovamente alla fine dell’estate scorsa, con il sostegno di Iacopo Pecchi di Sintra Consulting - un'agenzia partner di Shopify - e la nuova versione può essere considerata un benchmark per il design di tutti i siti web nel settore del cold pressed juice.
Mi sono immediatamente innamorata della grafica, della semplicità e della funzionalità di Shopify, così come anche delle feature.
Quali sono i problemi che incontri spesso e che hai bisogno che vengano risolti, perché non dipendono da te?
Sono molti, per le ragioni più disparate. Nulla va liscio come l’olio nella mia giornata in azienda, ma credo nel karma. Continuano a succedere tutta una serie di stupidi problemi, in continuazione. Perfino i nostri fornitori ammettono che nella loro esperienza non sono mai incappati in problematiche di questo genere. Ad esempio: etichette che perdono il proprio colore, bottiglie che esplodono, il nostro furgone refrigerato che fa un incidente.
Ogni settimana ce n’è una... Alla fine ho deciso di assumere un pranic healer che pulisca ogni settimana tutte le cattive energie dell’azienda in modo da ridurre ogni genere di influsso negativo. Quando mi ritrovo a rendicontare questo genere di spese al mio contabile lui ogni volta pensa che io sia totalmente fuori di testa!
Per concludere, che suggerimento daresti a tutti gli aspiranti imprenditori ecommerce in Italia?
Siate molto ambiziosi, visionari e lottate sempre per raggiungere l’eccellenza.
Vorrei inoltre suggerire di leggere il libro di Paul Arden “It’s not how good you are it’s how good you want to be”, magari sarà solo un cliché ma è un’eccellente fonte a cui ispirarsi e da cui trarre insegnamento.
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