Questo articolo è la prosecuzione della nostra guida SEO per ecommerce. Prima di continuare, accertatevi quindi di aver letto la parte dedicata ai principianti, se non lo avete già fatto.
Per agevolarvi, ecco un breve riepilogo delle indicazioni contenute nei primi 3 step della guida:
- I suggerimenti di Amazon e Google sono ottimi strumenti per la ricerca delle parole chiave.
- Usando SEMrush potete generare un elenco di parole chiave con cui i vostri concorrenti sono posizionati sui motori di ricerca e voi no.
- Per individuare le parole chiave giuste, valutate questi 4 parametri: volume delle ricerche, concorrenza, rilevanza, search intent.
- Assicuratevi che la struttura del vostro sito sia semplice, ma facilmente ampliabile man mano che il vostro negozio cresce.
- Ogni pagina del vostro sito dev’essere distante il minor numero di clic possibile dalla homepage.
- Gli URL devono essere brevi e contenere la parola chiave.
- Riducete le pagine con contenuti scarsi ampliando le descrizioni dei prodotti.
- Sfruttate le parole chiave a indicizzazione semantica latente (LSI).
Ora, senza ulteriore indugio, proseguiamo con la nostra guida SEO per ecommerce, passando allo step successivo per migliorare il posizionamento sui motori di ricerca del vostro sito.

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Guida SEO per ecommerce - Step 4: SEO tecnica
Struttura e organizzazione gerarchica di un sito ottimizzato
Abbiamo iniziato a vedere come ottimizzare la struttura di un sito nel secondo step della nostra guida SEO per ecommerce. Ma ora è il momento di approfondire.
John Doherty di Credo consiglia di partire dalla conoscenza esatta dell’attuale struttura del sito:
John Doherty, Credo
“Scansionate il vostro sito web utilizzando il SEO Spider di Screaming Frog o uno strumento simile a vostra scelta; quindi esportate i dati e osservate la colonna “livelli” per identificare quali pagine distano cinque o più livelli dalla homepage”.
In questo modo, scoprirete quali pagine sono troppo in basso nella gerarchia del sito. Infatti, come abbiamo appreso nel secondo step della guida, più clic separano una pagina dalla home, minore è l'authority di cui quella pagina dispone.
John Doherty, Credo
“Queste sono le pagine su cui dovreste costruire una strategia, per farle salire nella gerarchia del sito. Categorie e sottocategorie devono restare comunque più in alto; e se avete poche categorie e sottocategorie potete costruirne altre, dopo aver svolto ulteriori ricerche sulle parole chiave.
L'obiettivo di questa strategia è quello di espandere il numero di categorie e sottocategorie indirizzate a specifiche long tail keyword; e, allo stesso tempo, portare i prodotti in alto nella gerarchia del sito, perché possano posizionarsi meglio sui motori di ricerca”.
Quando pensate alla struttura del sito, e in particolare alle sottocategorie, ragionate in termini di SEO, ma considerate anche l'esperienza dell’utente (UX). Infatti, acquisire visibilità sui motori di ricerca non significa semplicemente rendere il sito ben leggibile ai robot. Piuttosto, occorre tener presente anche l’ottica dei visitatori “umani”.
Assicuratevi che ogni modifica apportata seguendo questa strategia soddisfi entrambe le parti.
Tyler McConville di NAV43 continua:
Tyler McConville, NAV43
“Nel progettare la struttura del vostro negozio di ecommerce, provate a considerarlo come un grande magazzino, dove ogni categoria di prodotti occupa un reparto. Disponete i prodotti secondo una logica, senza lasciarvi vincolare eccessivamente dalle keyword e senza sovraottimizzare il sito”.
Tyler suggerisce di fare un passo indietro per analizzare in dettaglio l'attuale struttura del sito, prima di apportare delle modifiche. “Se avete già un sito”, dice, “usate strumenti come Screaming Frog o Slickplan per visualizzarne la struttura. Grazie ad un’attenta analisi, determinate se l’attuale collocazione di alcune pagine o categorie è inappropriata”.
È importante soffermarvi a riflettere su quale sia la struttura e gerarchia ideale del vostro sito. Osservando l’attuale mappa del sito, chiedetevi:
- “Sto sfruttando la ricerca di parole chiave fatta nel primo step di questa guida SEO per ecommerce?”
- “Le mie pagine più importanti sono abbastanza in alto nella gerarchia del sito?”
- “Quali pagine dovrebbero essere portate più in alto? Quali più in basso?”
- “L’attuale struttura ha senso per i visitatori umani? È intuitiva? È possibile trovare subito quel che si cerca?”
- “Questa struttura ha senso in un’ottica SEO? La gerarchia riflette l’importanza delle pagine? Le sottocategorie sono ottimizzate?”
Non saltate questo passaggio della nostra guida SEO per ecommerce! Altrimenti, man mano che il sito crescerà, la sua struttura diventerà sempre più caotica e intricata.
Verificate quali risorse sono indicizzate
Abbiamo già parlato di “indicizzazione” nella prima parte di questa guida SEO per ecommerce. Nello step 2, Aleyda ci ha indicato come usare noindex e canonicalizzazione per evitare di vedere penalizzate le nostre pagine con contenuti scarsi o duplicati.
Troy Fawkes di Delta Growth esorta a verificare con esattezza quali risorse di un sito siano ottimizzate (e con quali parole chiave):
Troy Fawkes, Delta Growth
“Uno degli aspetti più importanti della SEO tecnica in generale è l'indicizzazione.
Mille fattori possono ostacolare l’indicizzazione, cioè l’inserimento di una vostra pagina nel database di un motore di ricerca. Più semplicemente, se una pagina non è indicizzata, non otterrà traffico.
Google ci offre un modo rapido per verificare se una pagina sia indicizzata o meno. Basta cercare la pagina in questione aggiungendo “cache:” davanti all’URL. Ad esempio, provate a inserire “cache: https: //www.shopify.com/” nella barra degli indirizzi del browser e avviate la ricerca”.
Dovreste vedere un'istantanea come questa, se la pagina in questione è indicizzata:
Invece, se la pagina non è indicizzata, vedrete un errore.
Ora che sapete come fare, potete verificare l’indicizzazione di tutte le pagine del vostro sito. Certo, potrebbe essere un po’ impegnativo, soprattutto se il sito è molto ampio. Quindi Troy consiglia di concentrarsi sulle pagine:
- di categoria (esempio: “scarpe da uomo”);
- relative a un aspetto (esempio: “scarpe da uomo Nike”);
- di prodotti (esempio: “scarpe da uomo Nike Free RN 2017”).
Ad esempio, ecco una pagina Amazon di categoria:
E una pagina di Amazon generata dalla navigazione per aspetti:
Infine, ecco una pagina di prodotto su Amazon:
Ciò che risulta indicizzato è importante, ma lo è anche il modo in cui viene visualizzata la pagina in questione. Secondo Troy, i rich snippet possono aiutare a emergere rispetto ai competitor nei risultati di ricerca e possono anche agevolare l'utente nella decisione d’acquisto:
Troy Fawkes, Delta Growth
“Nell'ecommerce, utilizziamo il codice esistente per fornire ai motori di ricerca e agli utenti delle informazioni preziose. La più importante di esse è lo schema delle recensioni e, in particolare, il rating aggregato.
Se cercate “Nike Uomo Free RN”, vedrete ovunque valutazioni con le stelline. I prodotti mostrati tra i risultati di ricerca in genere hanno una valutazione numerica (4.2) o percentuale (92%), seguita dal numero di recensioni o voti”.
Date un'occhiata voi stessi:
“Per ottenere questo risultato ogni volta che il vostro prodotto appare nella ricerca”, dice Troy, “dovete solo usare un po’ di javascript sulla vostra pagina, andando a sostituire nel codice qui sotto il testo generico con le informazioni corrette”.
Troppo difficile? In tal caso, Troy consiglia di utilizzare Schema App Total Markup, disponibile nell'App Store.
Come eseguire un SEO audit tecnico per ecommerce
La maggior parte degli strumenti SEO dispone di una funzione specifica per eseguire un controllo SEO tecnico. Poiché nella prima parte di questa guida SEO per ecommerce abbiamo utilizzato SEMrush, continueremo a farlo.
Aprite SEMrush e selezionate “Strumenti SEO” dall'elenco a discesa, quindi selezionate “SEO on page e tecnica”:
Fate clic su “Vai all’audit del sito”:
Inserite il numero di pagine che desiderate sottoporre al controllo e impostate una pianificazione (potete eseguire il controllo una tantum o ripeterlo periodicamente). Al termine, otterrete un report come questo:
Selezionate l’opzione del report “Problemi” per trovare informazioni più dettagliate su errori, avvisi e note:
Ecco alcuni problemi comuni, ulteriori rispetto ai “contenuti scarsi e duplicati” già visti con Aleyda nella prima parte di questa guida SEO per ecommerce:
- Lentezza del sito: È risaputo che i siti lenti sono penalizzati dai motori di ricerca. Inutile dire che neanche i visitatori apprezzano i lunghi tempi di attesa. Di solito, se il caricamento di un sito è lento, la colpa è dei file pesanti delle foto prodotto; quindi, considerate di comprimere tali file prima di aggiungerli al vostro sito.
- Errori 404 e 500: Un “errore 404” corrisponde a una “pagina non trovata”. Probabilmente già lo sapete. Invece, un “errore 500” è un errore di servizio interno, che è forse meno comune. Questi errori si possono rilevare attraverso un SEO audit tecnico; anche con la Search Console di Google potete controllare regolarmente se il vostro sito presenta questi errori, come afferma Zain Husain di Staples:
Zain Husain, Staples
“Una buona abitudine è quella di verificare con la Search Console di Google l’eventuale presenza di errori 404 o 500. È bene far sì che Google trovi il vostro sito sempre in ordine. Potete provvedere controllando gli errori del server in due semplici modi.
Il modo più semplice è assicurarvi che la Google Search Console sia collegata al vostro sito. Quindi, fate clic su “errori di scansione”, scaricate il file CSV e risolvete. In caso di errori 404, vi consigliamo di reindirizzare gli URL che hanno traffico o authority alla pagina del sito più pertinente. Oppure potete persino reindirizzarli a una nuova pagina, che mostra delle alternative al prodotto non più disponibile.
Il secondo modo consiste nell'utilizzare uno strumento di scansione come Screaming Frog o DeepCrawl per verificare gli errori del server. Quindi, come indicato sopra, reindirizzate gli URL che presentano un errore 404 ad una pagina pertinente o createne una nuova che suggerisca dei prodotti alternativi”.
Il tema del reindirizzamento meriterebbe un articolo a parte; se non siete esperti al riguardo, controllate queste indicazioni di Google.
Ora sapete come eseguire un SEO audit tecnico e perfezionare la struttura del vostro sito, risolvendo alcuni problemi. Ma proseguiamo con la nostra guida SEO per ecommerce.
Passaggio 5: Link Building per l'ecommerce
Più siti di alta qualità si collegano al vostro sito, meglio è. Pensate al link building come alla versione SEO del passaparola.
Passaparola e link building avvengono in modo naturale, ma potete contribuire ad accelerare il processo e amplificarne i risultati.
Quel che conta è creare contenuti di valore
Volete che altri siti rimandino al vostro? Allora dovete pubblicare contenuti di valore. Se gli altri non ottengono alcun valore aggiunto rimandando al vostro sito, non acquisirete mai dei link esterni. Potete inviare decine di email chiedendo di essere menzionati, ma non otterrete il ROI che sperate.
Gli altri siti rimandano al vostro solo se il link aumenta il loro prestigio.
Sembra semplice, ma molto spesso questa regola fondamentale non viene considerata. Il vero obiettivo da porvi non è quello di creare link, ma di creare prodotti e contenuti di valore tale da generare dei link.
Particolarità del link building per ecommerce
Il processo di link building da seguire può variare in base a una serie di fattori. A seconda della vostra attività, del vostro settore e dei vostri prodotti, esistono metodi che funzionano ed altri che non funzionano. Ad esempio, chi si occupa di content marketing farà link building con un metodo diverso rispetto a chi possiede un negozio di ecommerce.
Marc Nashaat, consulente di pubbliche relazioni digitali e SEO, spiega perché nel caso dei siti di ecommerce il processo di link building è differente:
Marc Nashaat, PR & SEO Consultant
“Una delle principali differenze tra il link building per ecommerce e il link building per un sito web tradizionale è che, nel primo caso, l’authority delle singole pagine è molto più importante dell'authority del sito web in generale. E questo vale specialmente per i commercianti con una vasta gamma di prodotti.
Se gestite un sito di ecommerce, fate in modo di creare link che indirizzino non solo alla homepage, ma anche alle pagine dei prodotti, delle categorie e dei produttori.
Se la struttura del vostro sito è ottimizzata, il valore dei link che rimandano a queste pagine di livello superiore si trasmetterà anche alle pagine sottostanti; e questo è ottimo per la SEO”.
I link diretti alle pagine di prodotti e categorie portano un ROI più elevato. Tuttavia, ottenere link a pagine di prodotti o categorie è spesso più difficile che ottenere un link a dei semplici contenuti.
Quindi, come fare ad ottenere dei link per i siti di ecommerce, in particolare? Per iniziare esistono due metodi semplici, che vi illustreremo nella nostra guida SEO per ecommerce:
- approfittare delle risorse obsolete e trasferite;
- sfruttare le brand mention.
Idea 1 - Approfittate delle risorse obsolete e trasferite
Cosa avviene in caso di cessazione dell’attività di un vostro concorrente? Emergono migliaia di nuove opportunità per ottenere dei link esterni.
Perché? Perché è probabile che il vostro concorrente avesse acquisito dei backlink. Ora tutti i siti che rimandano al vostro ex concorrente dovranno sostituire quei link, indirizzando ad altre risorse; e questo crea delle opportunità per voi.
Dunque, come trovare i concorrenti che hanno cessato l'attività? È più facile di quanto possiate pensare.
Controllate le aste:
La maggior parte dei siti che vendono domini, come GoDaddy, mettono all’asta i domini in scadenza. Potete utilizzare le funzionalità di ricerca avanzata per identificare domini di valore (con molti link esterni) nel vostro settore o nicchia, che siano in scadenza o già scaduti.
Controllate le notizie di attualità:
Sembra semplice e in effetti lo è! Monitorate siti come Google News, cercando articoli su fallimenti e cessazioni di attività commerciali nel vostro settore.
Una volta creato l’elenco dei domini scaduti o in scadenza, non vi resta che trovare i siti che li citano con un link. A questo scopo useremo un altro strumento SEO: Ahrefs.
- Su “Site explorer” di Ahrefs inserite l'URL del dominio scaduto o dell'attività chiusa.
- Passate a “Backlink” nella colonna di sinistra.
- Esportate la lista di backlink per il dominio scaduto o corrispondente a un’attività cessata.
Ora avete un elenco di siti che rimandano a ex concorrenti non più operativi o a domini scaduti. Non sarebbe utile per questi siti sapere come sostituire i link a pagine inesistenti o che presto lo saranno?
Tutto ciò che dovete fare è contattarli, facendo sapere loro come potete essergli utili. L'email da inviare può essere davvero semplice.
Ehi NOME! Hai un secondo?
Ciao NOME,
Sulla tua pagina X ho notato che il link Y non funziona.
Ora Z si può acquistare su ILTUONEGOZIO.COM
Spero di esserti stato utile.
Grazie!
FIRMA
La cosa divertente? In passato ho lavorato come PR e l’oggetto “Ehi NOME! Hai un secondo?” è stato quello che ha performato meglio per 3 anni di seguito. Quindi, per favore, provatelo! E se ne trovate uno che funziona meglio fatemelo sapere nei commenti.
Idea 2 - Sfruttate le brand mention
Dat To di Great-West Life offre una soluzione in vari step per trasformare le mention in opportunità di backlink:
Dat To, Great-West Life
“Lo scopo di questa tattica SEO off page è quello di trasformare in opportunità le menzioni sprovviste di link con cui altri siti citano il vostro brand, il vostro sito o i vostri prodotti.
1. Suggerirei di prendere in esame i diversi modi in cui le persone potrebbero cercare su Google il nome della vostra attività commerciale.
Quindi, supponiamo che il dominio del vostro sito web sia “elleskincare.com” e che le persone si riferiscano alla vostra attività come “Elle Skincare”, “ElleCare” o “Prodotti Elle”.
2. Prendete ciascun nome e digitatelo su Google insieme alla quarta variante: “elleskincare.com”.
Potete salvare tutti i risultati di ciascuna delle vostre quattro ricerche in un file di testo mediante un’estensione di esportazione dati per Chrome come “Oscraper”; così non dovrete perdere tempo a selezionarli e copiarli in un foglio di calcolo.
Ricorrete ancora al brainstorming nel caso esistano nomi di prodotti noti o altri nomi associati alla vostra attività. Ad esempio, “Rossetto Elle”, “Kit di Bellezza ElleCare”, “Struccatore Elle”, ecc.
3. Poi visitate i link che non appartengono alla vostra azienda e verificate se il sito che vi menziona contiene anche il link al vostro sito o meno.
4. Nel vostro foglio di calcolo, contrassegnate i siti che menzionano il vostro brand senza contenere alcun link al vostro sito.
5. Create un modello di email semplice e cortese in cui chiedete di aggiungere il vostro link.
Assicuratevi di indicare l'esatto URL della pagina web a cui volete che il link rimandi.
È il metodo migliore per ottenere un link al prodotto correlato ai contenuti della pagina che menziona il vostro brand. Se i destinatari dell’email non dovessero inserire il link da voi indicato ma quello alla vostra homepage, sarà comunque un risultato utile.
6. Ora andate sul sito di ciascuna azienda in precedenza contrassegnata come “senza link” e cercate le informazioni di contatto. Per assicurarvi di indirizzare la vostra richiesta alla persona giusta, magari consultate la pagina del team aziendale o i profili dei dipendenti aziendali su LinkedIn.
7. Inviate l’email usando il modello che avete creato in precedenza. Aggiungete il nome del destinatario. Siate amichevoli e non molesti.
8. Inviate un messaggio di follow up ogni 3-4 giorni, fino a quando non otterrete un “sì” o un “no”.
9. Ripetete lo stesso procedimento per tutti coloro che hanno menzionato il vostro brand senza aggiungere il link al vostro sito”.
Per ottenere i migliori risultati possibile, assicuratevi di testare diverse varianti dell’email di richiesta.
Potreste anche notare un cambiamento nel numero e nella qualità delle risposte che riceverete a seconda della figura che contattate in azienda. Ad esempio, potreste scoprire che i manager rispondono più frequentemente rispetto ai direttori (o viceversa).
Il livello successivo
Con questo capitolo della nostra guida SEO per ecommerce, siete passati dal livello “principianti” al livello “intermedio” in circa dieci minuti. Non male, vero? Complimenti!
In fatto di SEO per ecommerce c’è ancora così tanto da esplorare... E più si va avanti, più l’argomento diventa complesso.
Una guida SEO per ecommerce avanzata è in lavorazione; ma nel frattempo mettetevi all’opera. Prendete tutto ciò che avete imparato nei passaggi da uno a cinque e iniziate a sperimentarlo.
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Articolo originale di Shanelle Mullin, tradotto da Maria Teresa Cantafora.