Come vendere artigianato italiano in tutto il mondo grazie alle potenzialità dell’ecommerce: diamo il benvenuto sul blog a Ciro Di Lanno e Martina Capriotti, co-founder di Mirta, una piattaforma online che promuove gli artigiani Made in Italy aiutandoli a vendere i loro prodotti all’estero e raggiungere nuovi clienti in ogni angolo del pianeta.
1- Ciao Ciro e Martina, benvenuti sul blog di Shopify. Ci fate una breve introduzione? Cos’è Mirta, qual è il vostro background e cosa vi ha portato qui?
Martina: Mirta è la piattaforma ecommerce di riferimento per i migliori artigiani del Made in Italy. Il nostro obiettivo è aprire le porte delle botteghe artigiane italiane ai clienti di tutto il mondo, creando un collegamento diretto tra produttore e cliente finale, mettendo al centro le creazioni, il valore e la firma di ciascun artigiano.
Mirta nasce dalla nostra voglia di trasformare la passione e l’esperienza accumulata negli anni in una realtà al servizio dell’eccellenza dell’artigianato italiano. Io sono cresciuta a stretto contatto con il turismo, e da sempre sono stata animata dalla voglia di portare il bello dell’Italia nel mondo. Mi sono specializzata in ambito luxury e fashion, lavorando tra Milano, Seoul e Tokyo per Boston Consulting Group, una società di consulenza strategica internazionale.
Ciro: Io invece sono nato in una famiglia di artigiani, e dopo l'esperienza in Boston Consulting Group, dove ho conosciuto Martina, mi sono trasferito negli Stati Uniti per un Master in Business Administration (MBA) a Stanford dove ho studiato da vicino i modelli vincenti della Silicon Valley, per poi tornare in Italia e fondare Mirta.
2- Come è nata la vostra idea di business? Avete individuato una nicchia di mercato specifica o c’è stata un’intuizione particolare che vi ha spinto a lanciare la vostra attività?
Martina: Durante la mia esperienza in Asia, ho avuto modo di toccare con mano il valore del brand Made in Italy e le difficoltà che un artigiano italiano trova nel posizionare il proprio brand e i propri prodotti sui mercati internazionali. Infatti, durante gli anni della consulenza ho lavorato con brand del fashion e del lusso asiatici, supportandoli a spostare parte della produzione in Italia, presso piccoli artigiani. È in quel momento che iniziava a balenare nella mia mente la domanda: perché questi artigiani non possono entrare direttamente in questi mercati e devono invece passare attraverso brand terzi?
Ciro: Nel frattempo io mi trovavo in Silicon Valley per il mio MBA a Stanford ed è lì che ho avuto modo di studiare da vicino i modelli di successo delle startup della Silicon Valley e focalizzarmi in particolare sui marketplace e come questo modello di business può scalare e crescere davvero su scala globale.
3- Quali sono state le fasi iniziali del progetto e quante persone sono state coinvolte nel lancio?
All’inizio eravamo solo noi due ma con 10 ruoli diversi al giorno, da web designer a developer, da marketer a quality controller! Nei primi due mesi, abbiamo lavorato tanto per portare a bordo i primi artigiani, strutturare la prima collezione di prodotti, progettare il sito web e lanciare delle campagne di marketing per attirare i nostri primi clienti.
4- Parliamo proprio di queste campagne di marketing. Quali sono state le strategie di marketing attuate per realizzare le prime vendite?
Il nostro modello è 100% online, quindi le prime vendite sono arrivate dai classici canali digitali e principalmente dalle piattaforme di social media marketing. Per quanto riguarda le campagne marketing abbiamo puntato da subito sulle campagne social, in particolar modo su Facebook Ads: il motivo era che il nostro prodotto non è brandizzato da loghi famosi e quindi cercati frequentemente da potenziali clienti, per cui abbiamo messo da parte la strada dei canali Search come Google e invece focalizzato i nostri sforzi sulle campagne display sui social in modo da attirare l’attenzione dei primi clienti.
5- C'è stato un punto di svolta che ha segnato la storia della vostra attività?
Probabilmente il punto di svolta è stata l’intervista che abbiamo fatto con Marco “Monty” Montemagno in collaborazione con Shopify. Sia perché quell’intervista ha coinciso con il nostro inflection point su crescita e ricavi, sia perché quello è stato il momento in cui abbiamo avuto una risonanza nazionale e avuto modo di presentare il nostro progetto e la nostra visione a una grande pubblico.
Grazie a quella intervista, il brand Mirta è diventato più noto ed è stato molto più semplice attrarre artigiani e nuovi talenti.
Gli artigiani sono tutto per noi, sono la mente, il cuore e le mani della nostra piattaforma. Senza gli artigiani, Mirta non esisterebbe.
6- Parliamo di Mirta oggi: ci descrivete qual è la realtà odierna della vostra attività? Quanti dipendenti avete e quali sono i vostri mercati principali?
Ad oggi il team è composto da 25 persone, che si occupano di tech, marketing, design, operations e business development. Operiamo in più di 20 mercati.
Quello principale è rappresentato dal Nord America (Stati Uniti e Canada) e a seguire il mercato asiatico, diviso tra Hong Kong, Singapore, Corea del Sud e Giappone.
7- Filiera e Made in Italy: ci raccontate per voi e i vostri clienti l’importanza che ricopre la sinergia indissolubile con gli artigiani italiani nella scelta dei prodotti da vendere? Quanto è importante per voi poter “toccare con mano” e conoscere la storia degli artigiani in questa scelta?
Gli artigiani sono tutto per noi, sono la mente, il cuore e le mani della nostra piattaforma. Senza gli artigiani, Mirta non esisterebbe.
La nostra più grande scommessa sin dall’inizio è stata sostituire il grande brand o logo con lo storytelling basato sulla tradizione, esperienza e storia dei nostri artigiani. Per questo poniamo tanta enfasi su video, foto e blog post che raccontano le tecniche, le storie delle botteghe, le tradizioni tramandate di generazione in generazione e i luoghi che fanno da perfetto contorno.
Mirta non è una semplice vetrina di prodotti, ma supporta i produttori anche nella comunicazione e promozione delle loro creazioni. La piattaforma consente infatti di far conoscere la storia dell’artigiano e della bottega che ha creato il prodotto attraverso pagine profilo dedicate con video, storie e foto.
8- Vi ponete come intermediari tra gli artigiani che creano i prodotti e i clienti finali che li acquistano. Qual è quindi il valore aggiunto che offrite? Perché secondo voi un potenziale acquirente dovrebbe acquistare su Mirta e non dall’artigiano?
In realtà noi non ci poniamo come intermediario, anzi. La nostra missione è eliminare intermediari e offrire una soluzione tecnologica che consenta agli artigiani e ai consumatori internazionali di entrare direttamente in contatto.
A noi piace dire che i prodotti li vendono gli artigiani, mentre noi vendiamo l’esperienza. Dal packaging alle notifiche per i clienti, dal customer care ai video delle pagine artigiano, è proprio questo il valore aggiunto di Mirta. Il servizio che noi offriamo è prendere in carico quelle attività che gli artigiani non hanno tempo, know-how o semplicemente voglia di gestire, come le operations e la logistica, i resi, il marketing. È questo che ad oggi porta gli artigiani e i clienti a tornare e finalizzare le transazioni sulla piattaforma.
9- Ad oggi, qual è l’importanza dei canali di digital marketing per le vostre vendite?
Le nostre vendite sono 100% online quindi i canali di digital marketing sono fondamentali. I social costituiscono il canale attraverso il quale facciamo quasi il 100% del nostro traffico ad oggi, e il 70% delle vendite.
Anche il canale di email marketing è molto importante: porta il 15% delle vendite e cresce double digit settimana su settimana. A questo proposito, Shopify Email, lo strumento che consente ai merchant di progettare campagne di email marketing integrate con i prodotti e il design del loro negozio senza capacità di programmazione, è un valore aggiunto di grande importanza.
📬 Per approfondire: Guida completa all'email marketing per piccole imprese.
10- Quali sono le principali sfide per la vostra attività oggi e quali soluzioni state implementando?
La sfida maggiore è sicuramente quella di scalare il business e crescere tanto su volume di vendite con una base artigiani che ha una capacità limitata su produzione.
Per ridurre questo rischio stiamo crescendo in modo orizzontale, quindi aggiungendo sempre nuove SKU e artigiani in modo da soddisfare la domanda sempre crescente con una base artigiani sempre più ampia.
11- Il COVID-19 ha radicalmente cambiato le nostre abitudini di acquisto. Qual è stato l’impatto per la vostra attività e quali sono state le strategie che avete adottato in risposta all’emergenza sanitaria?
L’epidemia di Covid-19, scoppiata in Italia a fine febbraio, ha rimescolato le carte in tavola e cambiato le abitudini di acquisto dei clienti, ma ha anche presentato una serie di opportunità da cogliere.
Innanzitutto molti artigiani, non potendo più vendere offline, hanno deciso di vendere online più prodotti rispetto a quanto non facessero prima, smaltendo lo stock legato agli ordini cancellati dai negozi. Quindi ci siamo trovati con un incremento dei prodotti del 60% nei mesi culmine della prima ondata. Agli artigiani che già vendevano su Mirta se ne sono aggiunti di nuovi, circa il 30% in più, e alcune new entry sono finite subito tra i top seller.
Inoltre, abbiamo aggiunto la possibilità di preordinare i prodotti sul sito, in modo che gli artigiani potessero avere un flusso di ricavi durante il lockdown e alla riapertura avere già degli ordini da mettere in lavorazione.
I consumatori finali hanno accettato senza problemi di fare un pre-ordine, ben sapendo che l’azienda era chiusa per via del lockdown.
Andare online non basta, la chiave è differenziare l’esperienza offerta, che vada oltre il semplice acquisto, e questa differenziazione secondo noi sarà la chiave del successo.
12- Quali sono, secondo voi, le prospettive future per il mercato luxury? Quanto sarà importante per le aziende che operano in questo settore adottare una strategia di marketing omnicanale che preveda una perfetta coesistenza tra spazio fisico e online?
Una strategia di marketing omnicanale e il commercio unificato erano il futuro già da prima del COVID.
Per il futuro del mercato del luxury post COVID, noi vediamo una crescita dell’online ancora più forte di quella prospettata fino a qualche mese fa. Andare online però non basta, la chiave è differenziare l’esperienza offerta, che vada oltre il semplice acquisto, e questa differenziazione secondo noi sarà la chiave del successo.
13- Quando avete iniziato ad utilizzare Shopify e perché?
Da subito! Shopify è stata la soluzione che abbiamo scelto come infrastruttura e piattaforma ecommerce per vendere online.
Shopify è stato cruciale per consentirci di vedere dal primo giorno. Abbiamo passato due settimane nel bel mezzo di agosto a disegnare e implementare il sito, pur non avendo alcuna capacità IT. Ma con Shopify è tutto molto semplice anche per dei profani come noi.
14- Quali erano le vostre necessità e cosa cercavate in una soluzione di ecommerce?
Cercavamo una soluzione che ci consentisse di andare online velocemente, fosse semplice da usare anche per “non-tech people” come noi e offrisse una soluzione end-to-end per vendere online, dal frontend al sistema pagamenti, dal CRM alla gestione degli ordini.
15- In che modo Shopify ha semplificato e migliorato la gestione della vostra attività?
Shopify ci ha consentito di semplificare la gestione operativa e di crescere più velocemente perché ci ha ridotto l'esigenza di dedicare molto tempo e risorse alle attività di contorno per un’attività online, come ad esempio la compliance per i sistemi di pagamento, la gestione dell'inventario e molto altro.
In questo modo, Shopify ha consentito di farci focalizzare su quello che rendeva il nostro store davvero unico: il contenuto, lo storytelling e il marketing.
16- Consigliereste Shopify come soluzione di ecommerce?
Assolutamente si! È una soluzione completa, semplice da usare, onnicomprensiva e che si adatta bene a mobile e desktop, che è fondamentale per l’ecommerce di oggi.
17- Per concludere, quali consigli dareste a chi vuole intraprendere un'attività o lavorare in un settore come il vostro?
Anche se può sembrare banale, puntare sulla qualità del prodotto e sul customer service. Questa è stata la nostra più grande forza ad oggi, dimostrata dalla fiducia dei nostri clienti e dagli endorsement dei nostri artigiani.
18- Cosa avete imparato durante il percorso? Ci sono stati degli errori che vi hanno aiutato a crescere? Tornando indietro, c’è qualcosa che fareste in modo diverso?
Investire sui talenti. Da soli non si va da nessuna parte, è il team che fa la differenza. Tornando indietro assumeremmo ancora prima, ma per il resto rifaremmo tutto quello che abbiamo fatto, anche gli errori e i colpi di genio ci hanno fatto diventare ciò che siamo oggi: tutto ha contribuito al risultato, per questo rifaremmo tutto, esattamente allo stesso modo.
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