Il funnel di conversione è un elemento essenziale di ogni strategia di funnel marketing. Ma di cosa si tratta esattamente? Immagina di aver riempito un secchio d’acqua da un pozzo e di trasportarlo verso casa. Poco per volta, mentre cammini, l'acqua inizia a fuoriuscire: ti accorgi che nel secchio ci sono dei piccoli fori. Più ti avvicini a casa, più il livello dell'acqua scende. Quando arrivi a destinazione, di acqua ne è rimasta poca, sicuramente meno di quella che avresti potuto portare con un secchio perfettamente integro.
Questa è la metafora di un funnel di conversione, cioè il percorso che la clientela compie dall'arrivo nel tuo negozio online fino all'acquisto. A ogni passo l’acqua esce dal secchio, come i visitatori escono dal funnel... e tutto a causa di quei fastidiosi forellini. Meglio percorrere il tragitto di corsa per cercare di portare più acqua a casa o riparare il secchio una volta per tutte?
In questa guida trovi consigli su come ottimizzare i funnel di conversione all'interno della tua strategia di funnel marketing, e sfruttare al meglio il traffico del tuo sito web.
Cos'è il funnel marketing?
Il funnel marketing è l'insieme delle strategie attuate per trasformare un visitatore occasionale del tuo negozio in clientela fedele, pronta a promuovere il tuo ecommerce con altre persone.
Nello specifico, si tratta di un modello a imbuto utilizzato dalle aziende per analizzare le tappe che portano la clientela alla conversione, dalla brand awareness alla fase di acquisto e alla fidelizzazione.
Semplificando al massimo, in un sito web di ecommerce, il percorso tipo potrebbe essere questo: Pagina di categoria > Pagina prodotto > Aggiunta al carrello > Check out. Tieni però presente che, quando si tratta di funnel marketing, ogni funnel è diverso dall’altro e con tutta probabilità avrai più di un funnel nel tuo sito.
Quali sono le fasi del funnel marketing?
Il funnel marketing può essere diviso in cinque fasi principali:
- Awareness. In questa prima fase, il potenziale cliente viene a conoscenza del tuo brand, ad esempio tramite pubblicità sui social network o risultati dei motori di ricerca.
- Consideration. Conosciuta anche come fase decisionale, l’utente mostra interesse verso il brand e desidera saperne di più. Il tuo obiettivo è mantenere acceso nell’utente questo interesse, ad esempio attraverso tecniche di storytelling.
- Desire. In questa fase, l’utente valuta l'acquisto. Il tuo compito è far sì che passi all’azione, ad esempio offrendo un codice promozionale per il primo ordine nel tuo negozio.
- Action. L’utente intende completare l'acquisto e il tuo obiettivo è rendere il più fluido possibile il percorso di conversione che porterà al check out.
- Loyalty. In questa fase finale, lo scopo è fidelizzare il rapporto con la clientela occasionale e trasformarla in clientela fissa, pronta a effettuare acquisti ricorrenti e promuovere il tuo negozio con altre persone.
Come trovare le “perdite” nei tuoi funnel di conversione
In questo articolo su come ottimizzare un funnel di conversione all'interno della tua strategia di funnel marketing, si fa riferimento ai report di Google Analytics, uno strumento di analisi gratuito e accessibile a tutti. Tuttavia, se hai un negozio Shopify puoi disporre di ulteriori report e dati analitici.
I report di Google Analytics ti consentono di monitorare il traffico del tuo sito web, esaminare i dati e comprendere gli utenti e le loro attività. A partire dal 1° luglio 2023 Google Analytics 4 (GA4) ha sostituito Universal Analytics (UA), dando la possibilità di effettuare analisi ancora più precise e avanzate.
Una delle funzioni più interessanti di GA4 è l’Esplorazione della canalizzazione (Funnel exploration), che consente di creare utili report di funnel e ottimizzare i percorsi di conversione. Google Analytics mette a disposizione un funnel predefinito, ma puoi configurare un funnel personalizzato in pochi step:
- Definisci i passaggi da analizzare (ad esempio visualizzazione del prodotto, aggiunta al carrello, check out, acquisto)
- Seleziona gli eventi da tracciare per ogni passaggio
- Salva l’esplorazione come report sulla canalizzazione
In questo modo puoi sapere quanti utenti hanno completato ogni passaggio ed esaminare il percorso di ciascun utente.
Inoltre, grazie alle funzioni avanzate di GA4, è ora possibile analizzare in modo approfondito il tasso di abbandono di ogni singolo passaggio e creare segmenti basati su comportamenti utente (ad esempio chi ha visualizzato un prodotto senza aggiungerlo al carrello). Tra le funzioni avanzate, puoi fare affidamento su:
- Canalizzazioni aperte e chiuse. Impostando un funnel chiuso, il report includerà solo gli utenti che hanno seguito un percorso di conversione lineare. Al contrario, un funnel aperto è più flessibile e traccia anche gli utenti che accedono in qualsiasi punto della canalizzazione
- Confronto tra segmenti. Utile per analizzare comportamenti differenti in uno stesso funnel, prendendo in considerazione diversi segmenti di utenti (per provenienza geografica, accesso da mobile o desktop ecc.)
- Analisi temporale. Serve a comprendere il tempo impiegato dagli utenti per procedere da un passaggio all’altro del funnel e quali azioni hanno effettuato dopo ogni passaggio.
Grazie ai report sulla canalizzazione sarai in grado di individuare le “perdite”, cioè i punti dove i visitatori lasciano più spesso i funnel. Se vuoi migliorare il tuo tasso di conversione e, allo stesso tempo, ottimizzare la tua intera strategia di funnel marketing, identifica i punti di abbandono e cerca di capire come trattenere più utenti.
Ma, nello specifico, come riparare queste famose “perdite”?
“Di Dio ci fidiamo, tutti gli altri portino i dati”.
Come affermato da W. Edwards Deming: “Di Dio ci fidiamo, tutti gli altri portino i dati”. Ciò che devi fare è condurre una ricerca quantitativa e qualitativa per scoprire perché le falle esistono e qual è il modo migliore per chiuderle.
Più ti trovi avanti in un funnel, maggiore sarà l’impatto delle perdite che riesci a riparare. Un piccolo aumento del tasso di conversione porta risultati notevolmente maggiori se interessa la parte finale del funnel. Proprio per questo, per ottimizzare un funnel di conversione spesso è una buona idea lavorare a ritroso, iniziando dalla parte finale e andando verso quella iniziale.
Come condurre una ricerca quantitativa
Una ricerca quantitativa è numerica e oggettiva. Il suo scopo è scoprire cosa guida il comportamento dei visitatori del tuo sito e della tua clientela. In tema di ottimizzazione del tasso di conversione, la ricerca quantitativa si riferisce solitamente a uno dei seguenti metodi:
1. Analisi tecnica2. Analisi approfondita
3. Analisi dei moduli
4. Mappe di calore
1. Analisi tecnica
Se il tuo negozio non funziona bene, non genera abbastanza conversioni. Questa è una regola assoluta.
È facile pensare che tutti abbiano la versione più recente del tuo browser o sistema operativo preferito. Ma la realtà è più complessa. Se hai un iPhone 15 nuovo di zecca, qualcun altro potrebbe ancora utilizzare un Nokia 3310 del 2017.
L'analisi tecnica tiene conto dei diversi tipi di utenti e acquirenti, e comprende principalmente tre aspetti:
Test sui vari browser e dispositivi
Si tratta della procedura per assicurare che il tuo ecommerce funzioni correttamente sul maggior numero possibile di browser e dispositivi. E non è un’operazione da poco. La difficoltà sta nel fatto che i vari browser e dispositivi hanno molte versioni, ed è davvero frequente ignorare i promemoria di aggiornamento. Quindi, non puoi dare per scontato che tutti stiano usando l'ultima versione.
Per accelerare il processo puoi usare uno strumento come BrowserStack e il tuo strumento di analisi preferito. Con Google Analytics, ad esempio, puoi analizzare dati su browser, sistema operativo, risoluzione schermo ecc. seguendo il percorso: Report > User > Tecnologia > Dettagli sulla tecnologia.
Clicca su Aggiungi confronto per paragonare tra loro i risultati relativi ai diversi tipi di browser e dispositivi.
Puoi anche utilizzare i filtri per associare i risultati a determinati segmenti di utenti e a eventi specifici (ad esempio il completamento di un acquisto).
Report di questo tipo ti aiutano a stabilire delle priorità per testare i vari browser e dispositivi, in modo da iniziare da quelli più popolari e più problematici per il tuo negozio, e intervenire di conseguenza.
Ottimizzazione per i dispositivi mobili
Il mobile è un mondo a sé stante. Gli utenti da desktop e da mobile hanno esigenze e gusti completamente diversi. Tutto cambia: le intenzioni, le motivazioni e i contesti. Una buona esperienza da mobile non equivale a un'esperienza da desktop su uno schermo più piccolo. È importante avere chiaro questo concetto, per evitare che una programmazione mediocre per il mobile rovini l’intero funnel di conversione.
Ottimizzazione della velocità di caricamento
Se il tuo sito web è troppo lento, perderai i visitatori ancora prima di poter promuovere le vendite. Col passaggio da Universal Analytics a Google Analytics 4 non sono più disponibili in automatico i report relativi ai tempi delle pagine. Esistono però numerosi tool gratis o con funzionalità gratuite che puoi facilmente utilizzare, come PageSpeed Insights di Google, che fornisce anche suggerimenti su come aumentare la velocità delle pagine più lente.
2. Analisi approfondita
Se utilizzi i report e dati analitici di Shopify puoi avere la certezza che la configurazione sia corretta. Per quanto Google Analytics sia utile, infatti, configurare i propri report richiede una certa competenza e un certo impegno, e configurare in modo sbagliato uno strumento di analisi è più facile di quanto pensi. Prima di immergerti nell’analisi dei dati, chiediti:
- Sto raccogliendo tutti i dati di cui ho bisogno?
- Posso fidarmi dei dati che sto raccogliendo?
- Il tracciamento è in qualche modo interrotto o non corretto?
Ricorda: se le tue analisi sono imprecise o incomplete, le decisioni che prenderai in base ad esse saranno errate e, in ultima analisi, inutili.
Una volta che hai la certezza dei tuoi dati, potrai analizzarli per capire meglio il comportamento dei tuoi utenti e della tua clientela. Per orientarti tra i dati, ecco cosa devi tenere a mente:
Inizia con una domanda o un problema
L’economista britannico Ronald Coase una volta disse: “Se torturate i dati abbastanza a lungo, confesseranno tutto”. In altre parole, se ti addentri nell'analisi dei dati con supposizioni e preconcetti, troverai qualcosa a loro sostegno, ti basterà cercare abbastanza a lungo. Per evitare questa trappola, è meglio iniziare con una domanda a cui rispondere o con un problema da risolvere. Come fai a sapere se la domanda o il problema hanno senso? Chiediti a cosa ti possono servire la risposta o la soluzione. Se non riesci a definire chiaramente gli step successivi, probabilmente la domanda o il problema non sono corretti.
"Se torturate i dati abbastanza a lungo, confesseranno tutto."
Inizia dai punti dove si trova il maggior valore
I dati a portata di mano sicuramente non ti mancano, indipendentemente dallo strumento di analisi che utilizzi. Quindi, come ottenere il massimo valore il più rapidamente possibile? Inizia da pagine ad alto traffico e con poche conversioni (es. un vecchio articolo del blog) o a basso traffico ma con molte conversioni (es. il check out). L'ottimizzazione di queste pagine per la conversione avrà un impatto maggiore.
Sistema i link non funzionanti
I “broken link” portano a errori 404, che sono pessimi sotto due aspetti: user experience e SEO. Più sei veloce a identificare e correggere i link non funzionanti con il tuo strumento di analisi meglio è. Su Google Analytics 4 puoi individuare gli URL che rimandano il traffico alla tua pagina 404 solo attraverso un custom report dopo aver creato un apposito evento di tracciamento. In alternativa, online esistono altri strumenti, come Site audit di Ahrefs o Google Search Console.
Considera la ricerca interna del sito come una miniera d'oro
Se hai una ricerca interna nel tuo sito web, possiedi davvero una miniera d'oro. Ogni volta che l’utente effettua una ricerca, ti svela cosa vuole e se il tuo sito è effettivamente d’aiuto per raggiungere l’obiettivo. Su GA4, ad esempio, puoi creare un report custom cliccando su Esplora e avviando una nuova esplorazione. A questo punto puoi impostare la Dimensione, selezionando “Nome evento” e “Termine di ricerca”, e la Metrica, selezionando “Conteggio eventi”, per poi importare il tutto.
Affinché compaiano i termini di ricerca sul report, devi inserire i filtri. Dirigiti quindi verso l’ultima voce in basso delle Impostazioni, e in Trascina o seleziona una dimensione o metrica clicca su Nome evento. Imposta poi la condizione “corrisponde esattamente a” e scrivi “view_search_results”. Clicca su Applica e il tuo report è completo.
Comprendi quanto sia fondamentale la segmentazione
La segmentazione dei dati analitici ha un valore inestimabile e, in questo, GA4 è davvero un ottimo alleato, ma il concetto è sempre applicabile, qualsiasi strumento di analisi decidi di utilizzare. Più sono i modi in cui riesci a segmentare i dati, più sono le informazioni che puoi ricavare per conoscere a fondo la clientela del tuo ecommerce e intervenire sui punti deboli del tuo sito.
Scopri di più: Segmenti Google Analytics: cosa sono e come utilizzarli per il tuo ecommerce
3. Analisi dei moduli
Sul tuo sito sarà probabilmente presente un modulo, che si tratti del form di check out o di un semplice modulo di lead generation: anche questo è un importante punto di conversione. Un modulo consiste in un'interazione, in uno scambio tra te e l’utente o la clientela. Più conosci questa interazione e le problematiche ad essa associate, meglio è.
Uno strumento di analisi dei moduli come Zuko può aiutarti a rispondere a domande importanti, come ad esempio:
- Quali campi del modulo causano più messaggi di errore?
- Quali sono i campi che l’utente esita a riempire?
- Ci sono campi che l’utente lascia vuoti anche se sono obbligatori?
Puoi utilizzare i dati per rendere il percorso più fluido, ottimizzando il funnel di conversione.
4. Mappe di calore
Le mappe di calore (o heat maps) sono rappresentazioni visive dei dati. In esse, i valori sono rappresentati dai colori. La maggior parte di questi tool mostra i valori alti attraverso i colori caldi (rosso, arancione, giallo) e i valori bassi attraverso i colori freddi (blu, verde).
Esistono due principali tipologie di mappe di calore per l'ottimizzazione del tasso di conversione:
- Mappe dei clic (o click maps). L’utilità delle mappe che registrano i clic è a volte sopravvalutata. In realtà, queste mappe sono ideali per segnalarti i punti dove l’utente pensa di trovare dei link. In altri termini: su quali elementi cliccano i visitatori ritenendo erroneamente di trovare un link? Una volta scoperta questa informazione puoi aggiungere dei collegamenti a tutti gli elementi che ne sono privi, per migliorare la user experience.
- Mappe degli scroll (o scroll maps). Le mappe che registrano gli scroll sono effettivamente un po' più utili. Possono aiutarti a evidenziare i messaggi più importanti, specialmente sulle pagine di categoria e di prodotto. Ad esempio, se la tua scroll map passa improvvisamente dal rosso al blu valuta di usare dei segnali visivi (come una freccia) per far sì che i visitatori continuino a scorrere verso il basso. In alternativa, sposta i messaggi più importanti al di sopra del “punto di abbandono” della pagina.
Come condurre una ricerca qualitativa
Una ricerca qualitativa è esplorativa e soggettiva. Mira a scoprire “perché” chi visita il tuo sito web ha un certo comportamento. Per quanto riguarda l’ottimizzazione del tasso di conversione, la ricerca qualitativa si riferisce solitamente a uno dei seguenti metodi:
- Sondaggi on-site
- Interviste alla clientela
- Sondaggi per i clienti
- User testing
- Session replay
1. Sondaggi on-site
Probabilmente hai già familiarità con i sondaggi on-site. Compaiono mentre navighi sui vari siti web, invitandoti a rispondere a una domanda veloce. Ad esempio, ecco un sondaggio on-site di Asics, che chiede all’utente cosa ne pensa dell’esperienza generale sul sito web, offrendo la possibilità di indicare un punteggio:
Esistono due principali tipologie di sondaggi on-site:
- Exit survey. Questi sondaggi si attivano quando l’utente mostra l'intenzione di lasciare il sito web, ad esempio passando il mouse sulla barra delle applicazioni del browser. Sono mirati ad acquisire un feedback e a chiedere delle informazioni all’utente prima che vada via. Le exit survey possono essere particolarmente efficaci se proposte a clienti che hanno effettuato un acquisto.
- On-page survey. Questi sondaggi si attivano non appena l’utente arriva su una pagina o dopo un certo tempo (ad es. 30 secondi). Sono mirati ad acquisire un feedback e a chiedere delle informazioni all’utente mentre sta ancora navigando. L’obiettivo è concentrarsi sull'acquisizione di dati utilizzabili. Il modo migliore per farlo è identificare specifici punti problematici del sito.
Nel precedente esempio di Asics, all’utente viene chiesto di valutare la propria esperienza con un punteggio di massimo 10 punti. Sarà difficile per il reparto marketing di Asics estrarre dati significativi dai risultati del sondaggio. Emergerà se in generale le performance del negozio sono buone o meno, ma il sondaggio non sarà utile a identificare i punti più problematici e quindi non contribuirà a migliorare l'esperienza del negozio.
La richiesta di Asics è di natura quantitativa (numerica). Ma i sondaggi on-site funzionano meglio quando sono utilizzati “qualitativamente”, cioè ponendo domande a risposta aperta che permettono di fornire dettagli e spiegazioni.
Ecco alcuni suggerimenti di domande a risposta aperta, focalizzate sui punti problematici:
- Qual è il motivo per cui hai visitato il nostro sito?
- Hai raggiunto il tuo obiettivo?
- Se la tua risposta è no, perché?
- C'è qualcosa che ti blocca?
- Hai delle domande irrisolte?
I sondaggi on-site offrono i migliori risultati quando:
- Poni una domanda a risposta aperta
- Poni una domanda con risposta sì/no e chiedi una spiegazione o un approfondimento dopo l’invio
2. Interviste alla clientela
Metterti al telefono e parlare con la tua clientela è qualcosa di insostituibile. Meglio ancora se l’incontro avviene di persona.
Esistono un milione di domande che puoi porre ai tuoi clienti per capire se corrispondono alle tue buyer personas e perché comprano da te. L'importante è affrontare le interviste con una buona preparazione, in modo da ottenere delle informazioni utili.
Ecco come fare:
- Rivolgiti alle persone giuste. Non tutti i clienti sono uguali. Spesso si ottengono le migliori informazioni dalla clientela recente, dalla clientela abituale e dalla clientela inattiva. In base alla domanda a cui stai cercando di dare una risposta o al problema che stai cercando di risolvere, decidi a quale gruppo di clienti rivolgerti.
- Poni le domande giuste. Non c'è un elenco standard di domande da porre alla tua clientela. Cerca di fare domande brevi e aperte. Assicurati di lasciare da parte pregiudizi e supposizioni. Prima di porre domande sulle soluzioni che fornisci, devi comprendere il problema che i tuoi clienti stanno vivendo. Spesso, le domande più acute in un’intervista sono quelle incentrate sui problemi, e non sulle soluzioni. Infine, oltre a porre domande puoi fare altro, come coinvolgere la clientela in giochi di ruolo, dimostrazioni di prodotto, ecc.
- Documenta correttamente le interviste. Gli appunti possono essere utili, ma assicurati anche di registrare le interviste (ovviamente informando in anticipo l’intervistato o l’intervistata). Successivamente puoi farle trascrivere da uno dei vari servizi di trascrizione presenti online. Mentre conduci l’intervista registra l’audio, gira dei video e scrivi appunti. Nel caso dei colloqui di persona, meglio se ti fai aiutare da un o una assistente. È difficile stabilire una connessione con la persona interessata e interagire mentre ci si preoccupa anche di documentare il tutto.
Dopo le interviste, rivedi i materiali raccolti e rifletti su ciò che hai appreso. È utile formulare un’ipotesi prima dell’intervista, per poi poterla confermare o smentire dopo aver indagato. Queste informazioni possono essere utilizzate per migliorare sia il tuo funnel marketing sia il funnel di vendita, dove possibile.
3. Sondaggi per i clienti
Con i sondaggi on-site è possibile porre una o due domande agli utenti del sito, mentre i sondaggi completi ti permettono di porre alla tua clientela recente svariate domande.
Quando crei un sondaggio per i clienti, poni l’attenzione su questi aspetti:
- Chi sono i tuoi clienti?
- Quali sono i loro problemi prima e dopo l'acquisto nel tuo negozio?
- Quali esitazioni avevano prima dell'acquisto?
- Con quali parole o frasi descrivono il tuo negozio e i tuoi prodotti?
Il modo migliore per trovare delle risposte è inviare il sondaggio a chi ha effettuato un acquisto di recente e non ha avuto contatti con la tua attività in precedenza.
Prima di analizzare i risultati, cerca di ottenere la risposta al sondaggio da almeno 200 clienti. Questa è una semplice regola empirica, non una regola assoluta, ma ti permette di identificare tendenze e modelli senza dover vagliare una quantità eccessiva di dati.
Ecco alcune domande che puoi valutare di porre nel tuo sondaggio per i clienti:
- Chi sei?
- Per cosa utilizzi questo prodotto?
- Qual è il problema che risolve questo prodotto?
- Cosa ti piace di più del prodotto?
- Hai considerato delle alternative?
- Perché hai scelto questo prodotto rispetto ai prodotti concorrenti?
- C’è qualcosa che ha rischiato di scoraggiarti dall’effettuare l’acquisto?
- Qual è stata la tua più grande preoccupazione o esitazione durante l’acquisto in questo negozio?
Come avrai notato, tutte queste domande di esempio si concentrano sulla value proposition del tuo prodotto o sul problema percepito prima dell'acquisto. Più approfondisci questi due aspetti, più sarà facile riuscire a ottimizzare il funnel di conversione. Si tratta infatti di fattori di conversione critici per migliorare gli elementi delle pagine dei prodotti, come le descrizioni di prodotto e l'esperienza di acquisto.
Puoi anche sottoporre i sondaggi alla clientela abituale o a quella inattiva, ma i nuovi clienti, quelli al primo acquisto, sono di solito il miglior punto di partenza.
4. User testing
Lo user testing consiste nell’osservare persone reali che cercano di compiere delle azioni sul tuo sito descrivendo ad alta voce i loro pensieri e le loro azioni.
Si tratta di un processo utile, perché probabilmente sei troppo a contatto con il tuo negozio per riconoscerne i difetti e le debolezze. Guardare qualcuno che non riesce a destreggiarsi con il tuo ecommerce può essere mortificante, ma allo stesso tempo illuminante.
Quando esegui lo user testing, assegna ai partecipanti almeno tre compiti:
- Un compito generico. Ad esempio: “Trova un videogioco che ti piace e di cui prenderesti in considerazione l’acquisto”.
- Un compito specifico. Ad esempio: “Trova un gioco per Nintendo Switch da 40-50 € e aggiungilo al carrello”.
- Il completamento di un funnel. Ad esempio: “Acquista un articolo che vorresti comprare”.
Se utilizzi uno strumento per lo user testing, probabilmente avrai accesso alle registrazioni delle sessioni in cui gli utenti portano a termine i compiti assegnati. Saranno loro stessi a leggere e completare i compiti, senza il tuo intervento.
Se organizzi una sessione di user testing dal vivo, concentrati sul guardare e ascoltare attentamente. Controlla in anticipo con l'aiuto di un o una collega che le istruzioni siano perfettamente chiare. Evita di chiedere opinioni personali o risposte a domande sui compiti durante la sessione.
5. Session replay
Le session replay sono simili alle sessioni di user testing, ma in questo caso puoi visualizzare persone reali con soldi veri che hanno davvero intenzione di acquistare i tuoi prodotti. Sei in grado di osservare i visitatori reali mentre navigano sul tuo sito, senza che descrivano le loro azioni a voce alta, il che può essere utile per verificare potenziali falle nel funnel di vendita.
C’è qualcosa che fanno fatica a trovare? In quali punti si fermano spesso? Dove si sentono frustrati? Quali elementi sembrano confonderli? In quali punti abbandonano il sito?
Le session replay richiedono un'eccellente capacità di prendere appunti. Mentre guardi le sessioni, replay dopo replay, prendi nota dei comportamenti ricorrenti e delle problematiche evidenti che riesci a scoprire.
Guardare i visitatori che hanno poca familiarità e dimestichezza con il tuo negozio ti aprirà gli occhi.
Presta particolare attenzione alle pagine e ai punti del funnel di conversione dove l’utente riscontra i maggiori problemi. Anche piccoli miglioramenti apportati qua e là possono rivelarsi fondamentali per ottimizzare il tuo funnel marketing.
Migliora il tuo funnel marketing riparando le perdite
Probabilmente, il tuo secchio avrà sempre delle perdite. A volte ti sembrerà di tappare un foro solo per trovarne altri due. Ma più riuscirai a trovare e riparare le falle (e cioè a ottimizzare un funnel di conversione all'interno della tua strategia di funnel marketing), più metterai a frutto ogni tuo viaggio verso il pozzo.
Non consumare le tue energie per correre dal pozzo verso casa, ad esempio portando sempre più utenti in un funnel che perde. Piuttosto, concentrati sul mantenere in buone condizioni il secchio. Per questo servirà una manutenzione costante, ma vale la pena far sì che l’acqua (il tuo investimento) rimanga nel secchio, portando più conversioni, clienti e vendite.
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Funnel marketing: domande frequenti
Cos'è il funnel marketing?
Il funnel marketing è un processo che viene implementato da brand e negozi con l'obiettivo di trasformare i visitatori occasionali in clientela fissa. Si articola in cinque fasi principali: awareness, consideration, desire, action e loyalty.
A cosa serve il funnel marketing?
La funzione del funnel marketing è quella di attirare nuovi potenziali clienti sul tuo ecommerce, convincerli a finalizzare l'acquisto e successivamente trasformarli in clienti fissi.
Qual è la differenza tra funnel marketing e funnel di conversione?
Il funnel di conversione è parte integrante del funnel marketing: consiste nell'ottimizzare il processo che porterà la clientela a finalizzare l'acquisto, rendendolo più fluido, ottimale e semplice possibile.
Come si riparano le perdite in un funnel?
Il primo passo per riparare qualsiasi tipo di perdita nel funnel (marketing, di conversione ecc.) è quello di controllare i tuoi attuali funnel e processi di vendita e individuare i punti in cui si verificano cali considerevoli nelle conversioni e nelle vendite.