Il commercio internazionale è un ramo dell’economia che consiste in uno scambio di beni, servizi o capitali, tra nazioni diverse.
Quali sono i vantaggi di questo tipo di commercio e per quale motivo potrebbe essere il salto di qualità per un ecommerce?
In questo articolo risponderemo a questa e ad altre domande, per scoprire vantaggi e svantaggi del commercio internazionale e capire come costruire il proprio global ecommerce.
Commercio internazionale: cos’è e come funziona
Come abbiamo anticipato nella premessa, il commercio internazionale è uno scambio di beni e servizi che si effettua oltre i confini nazionali.
Gli elementi principali che rientrano in questo scambio sono da un lato la nazione produttrice, dall’altro il mercato globale, ovvero le nazioni estere che acquistano beni e servizi dalla nazione produttrice.
Il commercio mondiale offre alle nazioni la possibilità di espandere il proprio mercato e di offrire le merci ad un prezzo più vantaggioso.
Il prodotto venduto nel mercato globale è un’esportazione mentre quello acquistato dal mercato globale è un’importazione.
L’ammontare delle importazioni ed esportazioni di un determinato Paese viene inserito in un registro, la cosiddetta bilancia commerciale. Il confronto tra importazioni ed esportazioni registrate nella bilancia commerciale restituisce, quindi, un valore che può essere positivo o negativo.
Quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni allora la bilancia commerciale è in attivo, ovvero si è verificato un ingresso di capitale nello Stato. Il bilancio può essere quindi attivo, passivo o in pareggio (e questo parametro contribuisce anche a determinare il tasso di cambio monetario tra due Paesi).
L’uomo ha sempre praticato scambi commerciali, fin dai tempi più antichi quando la moneta ancora non esisteva e l’unica forma di commercio era costituita dal baratto, ma gli scambi commerciali tra stati diversi erano ostacolati dalle difficoltà dei trasporti, che limitavano i commerci esclusivamente a materie prime, alcuni prodotti agricoli e beni di lusso.
Fu lo scozzese Adam Smith, nel 1700, a gettare le basi dell’economia politica e a sostenere il libero scambio e quindi il commercio internazionale come chiave dello sviluppo economico di ogni Paese.
Secondo Adam Smith, ogni Paese produce beni sostenendo costi di produzione diversi in base alle materie prime disponibili, alla manodopera, alla sua specializzazione ecc. Questo significa che conviene che ogni Paese si specializzi in un determinato settore, verticalizzando il commercio.
Ma cosa significa nel concreto? Si tratta di due teorie economiche distinte che sono andate a formare la base per l’attuale economia globalizzata sulla base dei concetti di vantaggio assoluto e comparato.
Vantaggio assoluto e comparato nel commercio internazionale
Vantaggio assoluto
In altre parole, secondo questa teoria ogni Paese è in grado di utilizzare nel miglior modo possibile le proprie risorse e di conseguenza anche la produzione globale può raggiungere il livello più alto possibile. La maggiore produzione così ottenuta va distribuita attraverso il commercio internazionale.
Facendo un esempio, se un Paese, ad esempio l’Inghilterra, è in grado di produrre maggiori quantità di stoffa rispetto al Portogallo e in un tempo minore, l’Inghilterra avrà un vantaggio assoluto sul Portogallo per la produzione della stoffa.
Se invece il Portogallo è in grado di produrre maggiori quantità di vino, con tempi e costi minori rispetto all’Inghilterra, sarà quest’ultimo ad avere un vantaggio assoluto sull’Inghilterra.
Questo esempio ci fa capire che se entrambi i Paesi si specializzano nella produzione delle merci che gli costano meno in termini di tempo e spese, migliorano la loro produzione interna e al contempo lo sviluppo del commercio internazionale a beneficio di tutti.
Ma cosa succede se un Paese non ha alcun vantaggio assoluto sugli altri Stati? Ritornando al nostro esempio, cosa succede se il Portogallo non produce merci in quantità/qualità migliori e più rapidamente rispetto all’Inghilterra?
Secondo David Ricardo, il commercio internazionale resta un bene per le nazioni anche in assenza di vantaggi assoluti e, in contrasto con la teoria di Smith, introduce la teoria del vantaggio comparato.
Vantaggio comparato
Secondo questa teoria elaborata dall’economista britannico, bisogna guardare piuttosto al vantaggio comparato della produzione delle merci nel mercato interno. Secondo Ricardo, infatti, quella del vantaggio assoluto della produzione delle merci nel commercio internazionale è una teoria superata.
In poche parole la specializzazione nella produzione di un determinato prodotto da parte di uno Stato è sempre vantaggiosa, a patto che i costi di produzione siano inferiori rispetto a qualsiasi altra merce producibile da quello Stato.
Per chiarire meglio il concetto facciamo un esempio pratico.
Ogni anno in Italia si producono circa 3 milioni di tonnellate di pasta (Wikipedia) e 1.500.000 tonnellate di riso (Ente Nazionale Risi). Facendo un calcolo approssimativo potremmo dire che la produzione giornaliera sia di 8000 tonnellate di pasta e 4000 tonnellate di riso.
Nella stessa giornata lavorativa, quindi, l’Italia è in grado di produrre una quantità di pasta doppia rispetto a quella del riso.
Gli Stati Uniti producono 2.7 milioni di tonnellate di pasta (Export USA) e 9 milioni di tonnellate di riso (The Sustainability Alliance). In un giorno quindi sono circa 7000 tonnellate di pasta e 24.000 tonnellate di riso.
Questo significa che in Italia 1 tonnellata di riso vale 2 tonnellate di pasta, mentre negli Stati Uniti 1 tonnellata di riso vale il 29% (7000/24000) di una tonnellata di pasta.
Pertanto, secondo la teoria del vantaggio comparato, all’Italia converrebbe concentrare la produzione sulla pasta, mentre agli Stati Uniti sul riso. Così facendo i due Paesi sono in grado di produrre le proprie merci con il minor dispendio di tempo e risorse possibile, e quindi al costo più basso possibile.
Secondo Ricardo, la specializzazione favorisce sia l’economia nazionale sia il commercio internazionale perché offre prodotti ad un prezzo più basso e di qualità superiore. Inoltre l’abbassamento del costo delle merci porta ad un maggiore profitto per gli imprenditori, cosa che contribuisce ad aumentare l’accumulo di capitali e la crescita economica di quello Stato.
Vantaggi e svantaggi del commercio internazionale per imprenditori
Adesso che abbiamo chiarito quali sono le ragioni del commercio internazionale e il concetto di vantaggio assoluto e comparato, vediamo quali possono essere i motivi per espandere all’estero la propria attività per un imprenditore, ovvero vantaggi e svantaggi del commercio internazionale per chi vuole vendere all'estero.
I contatti con l'estero possono essere complessi, lo sa bene chi fa dropshipping in Italia e non solo deve spedire all’estero ma deve anche avere rapporti con fornitori che magari si trovano dall’altra parte del globo. Ma questo non significa che non sia possibile. È importante partire con la consapevolezza che esistono difficoltà e complessità che vanno affrontate esattamente come in qualsiasi settore e in qualsiasi business.
Esaminare attentamente i vantaggi e gli svantaggi del lanciarsi nel commercio internazionale è una buona strategia per evitare di trovarsi impreparati.
Commercio internazionale: vantaggi
Ecco qui di seguito alcuni dei vantaggi di realizzare un marchio riconosciuto anche a livello globale.
- Ampliamento della nicchia di mercato. Il commercio con l’estero porta con sé una serie di vantaggi, primo fra tutti la possibilità di ampliare la propria nicchia di mercato. Certo sarà necessario rifare un po’ il lavoro da capo: conoscere la propria clientela, individuare le proprie buyer personas internazionali e adattare il proprio ecommerce a nuove culture, lingue e tradizioni. Ma una volta impiantato l’intero sistema, la possibilità di aumentare la propria brand awareness, creando un marchio prestigioso e internazionale, e vendere a milioni di persone oltre la propria nazione, ripagherà ben presto tutti i sacrifici fatti.
- Miglioramento della competitività. Lavorare con l’estero consente anche di stabilire una nuova rete di contatti internazionali che può offrire la possibilità di stabilire rapporti con fornitori più economici di quelli che sono presenti nel proprio Paese. L’utilizzo di materie prime più economiche ovviamente permetterà di abbassare i prezzi ed essere più competitivi nel proprio settore.
- Nuovi investitori. Aprire un'attività senza soldi non è la cosa più semplice del mondo. Anche se, aprire un ecommerce con Shopify comporta delle spese davvero minime. Trovare quindi nuovi investitori a livello globale può rappresentare per il proprio marchio un trampolino di lancio, il punto di partenza per una crescita che non è più soltanto a livello nazionale ma nel commercio internazionale. Per questo tipo di business è stato ideato il piano Shopify Plus per grandi aziende e merchant con alti volumi di vendita.
- Maggiore crescita. Tutti questi aspetti positivi ovviamente portano ad una maggiore crescita del proprio business. Crescita che comporterà automaticamente una richiesta sempre maggiore di prodotti e una conseguente carenza di personale e quindi all’aumento dei posti di lavoro.
- Aumento del profitto. Eccoci infine all’ultimo (ma forse più importante) vantaggio del commercio internazionale: l’aumento del profitto. Il margine di profitto è lo scopo finale di qualunque operazione economica. Un marchio di rilevanza internazionale presenta un valore economico decisamente superiore.
Commercio internazionale: svantaggi
Ma non è tutto così semplice e per ogni vantaggio esistono delle difficoltà da affrontare o degli svantaggi di cui tener conto prima di lanciarsi nel commercio internazionale.
- Difficoltà linguistiche e culturali. Come abbiamo già accennato in precedenza vendere online nei mercati esteri comporta un adattamento culturale del proprio business. Non si tratta quindi soltanto di tradurre la pagina web del proprio sito, ma di implementare una serie di strategie di marketing (e non) che si adattano al mercato di riferimento, la cosiddetta localizzazione. Ovvero tradurre il sito, gestire le valute, i domini, la SEO del sito, le tasse doganali, checkout e pagamento, insomma modificare interamente il proprio ecommerce per renderlo più fruibile per il mercato estero. Fortunatamente questa operazione è semplificata per chi sceglie di utilizzare Shopify Markets.
- Normative differenti. Ogni nazione non ha soltanto costumi e tradizioni differenti, anche la normativa spesso è diversa dalla nostra. Prima di lanciarsi quindi nel commercio internazionale sarà bene informarsi sulle norme che regolano quel Paese. Alcuni prodotti potrebbero persino essere vietati o comunque più difficili da esportare, vendere cibo online, ad esempio è più complesso se lo si fa all’estero. Fortunatamente niente di insuperabile.
- Tempi. Quando si tratta di commercio internazionale i tempi di crescita si allungano per ovvie ragioni logistiche e per stabilire alleanze con gli altri Paesi o per individuare i giusti fornitori.
- Maggiore concorrenza. Ultimo ma importantissimo punto di cui tener conto è la concorrenza. È chiaro che il negozio di spezie orientali avrà una concorrenza minore se vende i suoi prodotti all’angolo della strada sotto casa. Ma se lo stesso negozio di dimensioni più grandi si trasferisce in una metropoli multiculturale avrà certamente una concorrenza maggiore.
Commercio internazionale con ecommerce: come realizzarlo
Adesso che abbiamo visto anche vantaggi e svantaggi del commercio internazionale non ci resta, fatte le giuste valutazioni, che provare ad implementarlo. Come? Seguendo questi passaggi.
- Scegli il mercato
- Scegli la piattaforma ecommerce
- Offri pagamenti multivaluta e in valuta locali
- Configura i domini internazionali
- Traduci il tuo ecommerce
- Implementa strategie di marketing adatte al mercato
- Imposta un sistema di spedizioni efficiente
- Rispetta le normative locali
1. Scegli il mercato
La scelta del mercato è legata ad approfondite analisi per individuare la clientela più adatta ai propri prodotti o per modificare questi ultimi e renderli più interessanti per la nuova nicchia di mercato. Se stai pensando di vendere guanti agli esquimesi forse è il caso che tu faccia delle analisi di mercato perché potrebbe non essere una buona idea. Se invece vendi abbigliamento non tutti i capi potrebbero essere ammessi in determinati stati. Pertanto scegli sempre con accuratezza il mercato dove intendi espanderti.
2. Scegli la piattaforma ecommerce
Quasi tutte le piattaforme ecommerce sono adatte per il commercio con l’estero. Sia quelle che prevedono un hosting esterno e quindi una conoscenza del linguaggio di programmazione, sia quelle con hosting integrato molto più semplici da utilizzare. Shopify è una di queste e permette di realizzare in pochi click un ecommerce pronto per gestire le vendite all’estero.
3. Offri pagamenti multivaluta e in valuta locali
Il carrello acquisti è croce e delizia per ogni merchant. Il tasso di abbandono in molti casi è legato, secondo le statistiche, alla presenza di pochi metodi di pagamento. I pagamenti nella valuta locale e in generale multivaluta eliminano questo rischio.
4. Configura i domini internazionali
Configurare i domini internazionali consente di conquistare la fiducia dei clienti localizzando la user experience. Significa fare in modo che i clienti vedano già nell’indirizzo dell’ecommerce qualcosa di familiare.
5. Traduci il tuo ecommerce
Come abbiamo detto utilizzare la lingua del mercato di riferimento è fondamentale e la tradizione del sito è uno dei passi indispensabili per avviare il proprio commercio internazionale. In base al tipo di piattaforma utilizzata esistono diversi sistemi per tradurre un sito. Nella maggioranza dei casi è necessario avere delle conoscenze informatiche per installare plugin di traduzioni compatibili e può essere necessario rivolgersi a programmatori, freelance, traduttori e content creator. Shopify invece offre una soluzione differente, molto più rapida e semplice: le app per la traduzione.
6. Implementa strategie di marketing adatte al mercato
I popoli non sono tutti uguali e quello che può andare bene in Italia, potrebbe non essere adatto in un Paese dell’est asiatico o per i Paesi arabi. Adattare le campagne di marketing per ogni mercato è la strategia vincente per catturare l’interesse del pubblico avvicinandosi alla sua cultura.
7. Imposta un sistema di spedizioni efficiente
Le procedure per spedire all’estero possono essere complesse, certamente sono diverse da quelle italiane. Ma studiando bene le normative e rispettando tutte le regole non dovrebbero esserci problemi. Valutare attentamente anche il costo delle spese di spedizione per offrire sempre un prodotto ad un prezzo vantaggioso ma che non pesi troppo sul profitto. Bisogna considerare che i costi di spedizione variano da Paese a Paese e dalla distanza con l’Italia.
8. Rispetta le normative locali
In quest’ultima fase bisogna tenere conto delle norme previste nel Paese di destinazione. Importante tener conto del regime OSS UE, dell’iscrizione al VIES, del GDPR, della privacy policy ecc.
Commercio internazionale: conclusioni
In questo articolo abbiamo visto cos’è e come funziona il commercio globale, cos’è il vantaggio assoluto e il vantaggio comparato. Abbiamo visto anche vantaggi e svantaggi del commercio internazionale per chi vuole espandere il proprio business oltre i confini nazionali.
Il commercio internazionale può sembrare un’impresa impossibile per certi versi, ma analizzando ogni aspetto e strutturando bene il proprio ecommerce può diventare un progetto che, per quanto complesso, è in grado di dare enormi soddisfazioni e di offrire enormi opportunità.
Shopify, grazie alla semplicità dei suoi sistemi, è una delle migliori piattaforme presenti oggi in commercio, in grado di offrire un reale supporto agli imprenditori che vogliono crescere nel proprio settore.
Domande frequenti sul commercio internazionale
Come si può definire il commercio internazionale?
Quando è nato il commercio internazionale?
Quali sono i vantaggi del commercio internazionale?
1. l’ampliamento della nicchia di mercato;
2. il miglioramento della competitività;
3. l’incontro con nuovi investitori;
4. una maggiore crescita;
5. l’aumento del profitto.
A livello globale, invece, il commercio internazionale, secondo la teoria del vantaggio comparato, comporterebbe un abbassamento dei prezzi delle merci con conseguente aumento del profitto per gli imprenditori. Tale aumento contribuisce ad incrementare l’accumulo di capitali e la crescita economica dello Stato.